Come per la passeggiata del Bosco Incantato, il punto di partenza dell’anello del Verdiso è il centro di Combai. E se vi è piaciuto il primo itinerario, questo vi conquisterà definitivamente.
Sapete cos’è il Verdiso e perché la passeggiata è così denominata? Io non lo sapevo, così ho studiato, osservato e poi… assaggiato! Eh si, perché il Verdiso è un vitigno autoctono a bacca bianca! Lo potete ammirare camminando e poi gustarlo tranquillo, frizzante, spumantizzato e pure passito!
Dal parcheggio dovete salire verso il ristorante sopra di voi e, fatte le scale, girare a sinistra e imboccare, dopo pochi metri, la strada cementata che scende nel bosco e che riporta il segnavia n. 1025.
Dapprima camminerete in discesa immersi nella boscaglia, poi uscirete allo scoperto raggiungendo il piccolo centro di Vergoman. All’altezza dell’abitato dovrete svoltare a destra verso la zona collinare.
In fondo alla strada e all’altezza di un incrocio di vie, evitate di salire dritti (come sarebbe indicato) e tenete, invece, la sinistra. Quando la piccola stradina asfaltata curva a sinistra lasciatela per seguire il sentiero di destra che sale su prato. Esattamente come fa la piccola Grace nell’immagine qui sotto.
In pochi minuti di cammino vi troverete a salire a serpentina tra le vigne.
Abbandonate le vigne e continuando per il sentiero, approderete su una strada sterrata più ampia che dovrete seguire verso destra e in salita fino ad uno spiazzo dove, apparentemente, si perde la traccia. Il sentiero prosegue, in realtà, verso destra, ovvero per l’erto e stretto sentierino che sale più a destra (e non per la via che passa accanto alla piccola casa in pietra).
La salita dura pochissimo e porta ad un sorprendete ed inaspettato punto panoramico. Lo spettacolo è talmente magico che merita una pausa di qualche minuto. Magari stesi al sole.
Ripartiti, dovrete seguire sentiero e carrareccia senza deviazioni fino all’incrocio con una strada asfaltata. Qui girerete a sinistra, ma solo fino al sentiero che se ne distacca verso destra e che vi porterà in men che non si dica a passeggiare tra le vigne del famoso Verdiso.
Seguendo i segnali sparsi in qua e in la, arriverete ad una piccola area pic-nic con tavolo e una croce. A questo punto saprete di essere ad un passo dal termine della passeggiata.
Da qui al paese sono quattro passi. In men che non si dica sarete nuovamente sulle strade del centro di Combai.
Chi avesse piacere di pranzare in un buon posto che accetta i cani e che è, al contempo, il produttore del luogo di Verdiso, può prenotare all’Osteria Al Contadin. Trovate il ristorante proprio lungo la strada del ritorno. Non c’è bisogno io vi dica che dovete prenotare!
SCHEDA
ACCESSO: dal parcheggio del centro di Combai (TV).
DIFFICOLTA’: (E) facile, ma in alcuni punti si rischia di perdere l’orientamento per via della scarsa segnaletica.
DISLIVELLO: m 240 circa.
LUNGHEZZA: 6 km circa.
TEMPO DI PERCORRENZA: due ore circa.
PERIODO DELL’ANNO: tutto l’anno. Meglio evitare le giornate estive più calde per via delle modeste altezze e dell’assenza di corsi d’acqua lungo il percorso.
PUNTI DI APPOGGIO E RISTORO DOG FRIENDLY: l’Osteria al Contadin in una delle vie del centro di Combai (TV).
PILLOLA CINOFILA:
Mi capita spesso di pensare ai cani di piccola taglia, perché sono i meno rispettati, i più malamente manipolati, perciò, spesso, i più nervosi, irascibili e reattivi. Troppo spesso sono costretta a vedere relazioni uomo-cane che si complicano non poco a causa delle costanti interazioni e manipolazioni errate. Se con il cane di taglia medio/grande ho bisogno di un minimo di collaborazione e, dunque, di comunicazione tra le parti (penso al momento della vestizione di una pettorina o di un cappotto) con il cane di piccola taglia non ne ho bisogno, perché lo posso sollevare, immobilizzare, maneggiare con facilità. Certo, almeno fino a quando il cane scappa non appena vede che ci avviciniamo o non appena compiamo il gesto di allungare una mano nella sua direzione o, nei casi peggiori, finché non ci morde quando cerchiamo di infilargli la pettorina o vogliamo spazzolarlo/pulirlo/asciugarlo. Come non capirli, creature. Immaginiamoci di essere perennemente privati della nostra volontà, alzati da terra, toccati su tutto il corpo, maneggiati, immobilizzati senza che nessuno si preoccupi mai di sapere come la pensiamo e come la viviamo. Alla lunga, impazziremmo, fino a diventare, forse, anche violenti. Ma le reazioni dei nostri cani non le accettiamo, le viviamo come un affronto, come se non avessero il diritto di dire "non ci sto", mentre, invece, questo diritto ce l'hanno eccome. Come dico sempre, i nostri cani sono fin troppo morigerati nelle loro reazioni ed esternazioni, il più delle volte. Perciò, se si è proprietari di un cane di piccola taglia, è doveroso sforzarsi di comunicare di più e di usare meno le mani. È doveroso, inoltre, non sfruttare la differenza di dimensioni per sopraffare fisicamente e, di conseguenza, psicologicamente.
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