Anello delle Perdonanze – Vittorio Veneto (TV)

L’Anello delle Perdonanze a Vittorio Veneto è una tra le più note passeggiate in queste zone, ma non è mai presa d’assalto ed è un percorso molto semplice, adatto a tutte le stagioni, salvo l’estate e dopo abbondanti piogge, poiché il sentiero di salita diventa molto sdrucciolevole. Trattandosi di una passeggiata che parte dal centro di Ceneda (Vittorio Veneto) in estate le temperature sono troppo estreme per i nostri cani e non ci sono corsi d’acqua lungo il percorso in cui rinfrescarsi all’occorrenza.

L’Anello delle Perdonanze inizia proprio dal centro di Ceneda (Vittorio Veneto) dove si può parcheggiare l’auto nell’ampio piazzale di fronte alla Cattedrale di Santa Maria Assunta. Dalla piazza andate a prendere via Brevia, ovvero la via che aggira il Parco di Papadopoli e passa davanti alla Biblioteca Civica di Vittorio Veneto. Percorrendo Via Brevia si incontra sulla sinistra Via Rocco che va percorsa fino al grazioso Tempio di San Rocco.

Tempio di San Rocco
Tempio di San Rocco

Dal Tempio si prosegue scendendo un sentierino ripido a gradoni che conduce fino a Via S. Fris, che va seguita verso destra fino ad incontrare sul proprio cammino il Sentiero 1042 delle Perdonanze che parte sulla sinistra.

Sentiero delle Perdonanze

Il sentiero inizia quasi subito a salire ripidamente e passa sotto l’autostrada A27 il cui rumore crea un sottofondo, ahimè, poco piacevole. Per fortuna non dura troppo a lungo e, comunque, si è troppo concentrati a salire per farsi infastidire dal traffico.

Sentiero delle Perdonanze

Si tratta di una salita priva di difficoltà tecniche, ma, come dicevo all’inizio, va evitata dopo piogge abbondanti, perché il terreno diventa viscido e scivoloso. Il sentiero è sempre piuttosto largo, ma in alcuni punti è strapiombante, perciò prestate attenzione a voi stessi e ai vostri cani.

Finita la salita si giunge ad un bivio: a destra il vecchio sentiero che attraversa una proprietà privata e a sinistra il nuovo sentiero che evita la proprietà privata.

Sentiero di destra che passa per la proprietà privata

Scegliete il ramo di sinistra e, una volta approdati sulla strada cementata, proseguite seguendola verso destra. Se vi sbagliate niente paura, i proprietari sono molto gentili. Superato il gruppo di case, arriverete in men che non si dica alla Cappella delle Perdonanze, dove potrete godervi una piccola pausa.

Cappella delle Perdonanze

Da qua in poi inizia il percorso di ritorno a Vittorio Veneto. Dalla Cappella bisogna fare dietro front e seguire a ritroso la strada cementata, passando nuovamente per il gruppo di case e proseguendo senza abbandonarla.

Strada delle Perdonanze

Seguendo la carrareccia si arriva alle Trincee delle Perdonanza, un luogo storico dal grande impatto emotivo. Si tratta di una trincea austro-ungarica restaurata.

Trincee delle Perdonanze

Superate le Trincee “Perdonanzestellung” si prosegue lungo la strada fino ad un bivio poco visibile. Uma nella foto qui sotto vi fa vedere a che punto lasciare la principale per seguire un sentierino davvero grazioso.

Percorso delle Perdonanze

Si deve seguire il bel sentierino fino ad una suggestiva casa abbandonata.

Nei pressi della casa abbandonata

Dopodiché il sentiero diventa strada forestale e, in breve, passa nuovamente sotto all’autostrada fino ad arrivare alla strada asfaltata.

Il sentiero diventa strada forestale

A questo punto la passeggiata è quasi finita. Da via Montebello dove vi trovate prendete via Porcia e via Forcellini fino ad arrivare in piazza Papa Giovanni I, ovvero il punto di partenza dell’Anello delle Perdonanze.

Se non siete troppo stanchi e vi va di fare una merenda, fate un ultimo sforzo e salite al Santuario di Santa Augusta. Proprio li accanto al Santuario, infatti, c’è un bellissimo ristoro. La vista, poi, è impareggiabile.

Se vi è piaciuta questa passeggiata, non potete perdervi la Val Trippera a San Pietro di Feletto!

SCHEDA

ACCESSO: dal centro di Ceneda (Vittorio Veneto) dove si può parcheggiare l’auto nell’ampio piazzale di fronte alla Cattedrale di Santa Maria Assunta.

DIFFICOLTA’: (T) facile.

DISLIVELLO: 300 m circa.

LUNGHEZZA: 7 km circa.

TEMPO DI PERCORRENZA: ore 2.30 circa.

PERIODO DELL’ANNO: passeggiata adatta a tutte le stagioni, ma da evitare dopo abbondanti piogge o in piena estate quando fa molto caldo.

PUNTI DI APPOGGIO E RISTORO DOG FRIENDLY: nessuno lungo il cammino.

PILLOLA CINOFILA:

Ispirata da un post di una collega, mi sono trovata a rimuginare su un aspetto della vita con il cane a cui i più non pensano (o non vogliono pensare) quando decidono di adottare. Sto parlando della vecchiaia del cane. Poter arrivare insieme a lui/lei a questo momento della sua vita è una immensa fortuna e un insperato privilegio di cui non tutti possono godere, ma può essere anche un periodo della vita davvero molto provante, sotto molti aspetti: quello psicologico e mentale, quello fisico e quello economico. Ed è giusto dirlo, ed è giusto parlarne. Non lo si fa abbastanza, a mio avviso, perché guai lamentarsi o sfogarsi in questa società, non è ammesso. Ma condividere la stanchezza e la frustrazione non significa essere manchevoli in qualcosa, amare di meno o impegnarsi di meno nell'accudire.

Semplicemente, è importante condividere che vedere il proprio cane non essere più quello di un tempo, non riuscire più a fare le cose di prima, vederlo più stanco, più acciaccato, fare i conti con nuovi comportamenti, nuove paure e disagi, con una mente che non è più quella di prima, essere spettatore di sempre più invalidanti deficit fisici e cognitivi è immensamente doloroso e immensamente faticoso. Condiziona non poco la quotidianità e la vita, ti fa vivere spesso in apnea per la preoccupazione e per l'ansia, ti toglie il sonno e ti svuota letteralmente il portafoglio.

Sappiamo perfettamente tutti quanto le cure mediche siano onerose e quando il cane invecchia sono, nella maggior parte dei casi, destinate ad aumentare, non certo a diminuire. Insomma, non dico tutto questo per spaventare o deprimere, ma prima di adottare un cane bisognerebbe pensare anche a tutti questi aspetti meno felici, meno spensierati, perché il cane non si merita meno del massimo che possiamo fare, fino alla fine.

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