Passeggiata invernale in Val Venegia – Trentino Orientale

La Val Venegia è amena, luminosa e fatata e regala una vista sulle Pale che è da mozzare il fiato. La valle è ampia e soleggiata, verde e ricca d’acqua d’estate e ammantata da una vellutata coltre di neve d’inverno. Tante sono le opportunità di itinerari più o meno lunghi e impegnativi per chi desidera camminare. Chiunque la veda se ne innamora per tutta la vita.

Per tutte queste ragioni, purtroppo, è anche molto turistica. L’ideale sarebbe frequentarla durante la settimana (rinunciando, però, a pranzare alla Malga Venegia) oppure nei weekend lontani dalle feste comandate. Noi ci siamo stati il fine settimana appena passato, per esser precisi sabato 9 febbraio, e, per quanto il parcheggio fosse pieno, siamo riusciti a ricavarci una passeggiata solitaria e silenziosa e a trovare un tavolo libero per mangiare in Malga senza dover aspettare o sgomitare. Io però ho un piccolo trucco!

Partendo dal parcheggio di Pian dei Casoni (che trovate lungo la strada che sale al Passo Valles se provenite da Passo Rolle o da Paneveggio), evito la pista principale e prendo il sentierino (segnato) nel bosco che si trova sulla sinistra all’inizio della strada sterrata. Il sentiero è battuto e percorribile anche a piedi senza ciaspole, però consiglio di usare dei ramponcini leggeri perché stabilizzano il passo.

I cani, a meno che non escano dal sentiero battuto, non avranno problemi di grumi di ghiaccio tra le dita delle zampe, come a volte, anzi spesso, può capitare. In ogni caso, meglio mettere un po’ di vaselina sulle zampe prima di partire.

Sentiero nel bosco verso Malga Venegia
Val Venegia

Una volta parcheggiata l’auto e intrapreso il cammino lungo il sentiero nel bosco, camminerete per circa 45/50 minuti (30/35 in assenza di neve) prima di uscire dal bosco e giungere alla Malga Venegia (1778 m.).

Qui avete più d’una scelta: restare a prendere il sole in Malga e pranzare, oppure camminare ancora un po’ verso la Malga Venegiotta (chiusa in inverno) seguendo la pista principale per altri 40/50 minuti circa. Naturalmente non siete obbligati a raggiungerla. Ciò che conta è godersi il panorama e aumentare la fame. Se poi la voglia di camminare diventa irrefrenabile, potete arrivare fino alla famosa Baita Segantini! Tenete conto, però, che andata + ritorno sono 14 km! 

Verso Malga Venegiotta
Verso Malga Venegiotta

Che decidiate di proseguire o meno, vi consiglio vivamente la sosta alla Malga Venegia. Potrete pranzare con i vostri cani nell’ampia veranda riscaldata vista Pale. Davvero il top.

La vista dalla Veranda della Malga Venegia

Prima di rientrare godetevi ancora un po’ i panorami che vi circondano. Fretta non ce n’è, il percorso è breve e, adesso, in lieve discesa. Vi consiglio di rientrare per lo stesso sentiero, così eviterete che vi sfreccino a fianco sciatori o slittatori che, non sempre, hanno riguardo per chi cammina. Il consiglio vale ancora di più se decidete di liberare i cani dal guinzaglio.

La vista dalla Malga Venegia

Vi è piaciuta la Val Venegia? Se vi piace camminare sulla neve e cercate tranquillità e silenzio, provate ad andare sul Monte Grappa! I vasti panorami non mancano e incontrerete pochissime persone!

 

SCHEDA

DIFFICOLTA’: (T) facile.

DISLIVELLO: 90 m circa.

LUNGHEZZA: 1,5 km circa (fino a Malga Venegia).

TEMPO DI PERCORRENZA: 50 minuti circa fino alla Malga Venegia (in presenza di neve). Si devono calcolare 2 ore scarse fino a Malga Venegiotta.

PERIODO DELL’ANNO: tutto l’anno.

PUNTI DI APPOGGIO E RISTORO DOG FRIENDLY: Malga Venegia.

PILLOLA CINOFILA: ormai vivo con l'incubo di sentirmi dire le parole DOMINANTE e CAPOBRANCO. Termini desueti usati per spiegare qualsiasi comportamento (ritenuto) aggressivo o indesiderato. Ma la presunta aggressività può avere radici diverse (comprese paura e insicurezza) e quindi essere una manifestazione di disagio (altro che dominanza!). È indubbio che il cane necessiti di vivere in una società gerarchica ed è importante che durante il suo sviluppo sociale gli siano chiari i ruoli all'interno del nucleo familiare. Ma il leader (non il capobranco, per piacere) non si definisce vincendo a braccio di ferro con il cane, bensì risultando degli efficienti gestori delle risorse e degli abili coordinatori; essendo costanti e coerenti e sicuri; assicurando protezione; proponendo attività in linea con le motivazioni del cane e altre cose belle e positive. Di certo non facendo i bulli. Attenzione a non confondere timore con rispetto. Eh si, perché, spesso, chi usa il termine "capobranco" crede che si debba far capire al cane "chi comanda" in senso militaresco, come se noi proprietari fossimo dei generali e i nostri cani dei soldati semplici. No, no e ancora no.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Proudly powered by WordPress | Theme: Baskerville 2 by Anders Noren.

Up ↑